Negli anni d’oro della storia di Fahrul, il pacifico governo di re Bronner portò prosperità a tutto il regno. Ma man mano che il regno di sua maestà si appropinquava alla fine, gli eventi prendevano una piega oscura.
Sono queste le prime parole con cui si apre il filmato introduttivo di For the King II, atteso seguito del riuscito primo capitolo di IronOak Games che fu per me una piacevolissima scoperta all’interno del panorama GdR e board games. Sì, perché questo gioco, seppure in apparenza semplicistico e dalla grafica piuttosto elementare, racchiude in sé una pluralità di generi con tutte le raffinatezze tecniche che ne fanno una piccola grande perla all’interno del panorama di riferimento.
Per chi non conoscesse il titolo, sappiate che si tratta, in parole povere, di un Dungeons & Dragons alla buona, vale a dire un gioco di ruolo fantasy che non si prende troppo sul serio, ma che riesce nel suo piccolo a offrire quell’esperienza ruolistica genuina e divertente, adattandola sapientemente alle dinamiche classiche dei giochi da tavolo a turno.
Le differenze con il primo capitolo non saranno tantissime, ma vanno senza ombra di dubbio a sviluppare una formula già vincente, aggiungendo qua e là alcune chicche che valgono da sole il prezzo del biglietto di questa nuova avventura nel mitico mondo di Fahrul.
Chi fermerà la regina Rosomon?
Così come ci viene spiegato dall’introduzione, accompagnata da un discreto doppiaggio in inglese, in seguito alle vicende del primo For the King la regina Rosomon sembra essere impazzita. Se in passato era stata proprio lei ad accompagnare almeno nella narrazione il nostro party affinché vendicassimo il buon re, vittima dello stregone Vexor, questa volta ci vedremo infatti costretti a fermare i suoi abusi nei confronti del popolo di Fahrul. Ed ecco che ci troveremo fin da subito a creare il nostro gruppetto di avventurieri improvvisati, scegliendo tra un buon numero di classi -di cui potremo sbloccarne altre nel corso dell’avventura-, elementi estetici ed equipaggiamenti iniziali.
Ed è qui che subentrano due delle novità forse più importanti di For the King II: la prima è la possibilità di allestire un party di quattro personaggi (ed eventualmente giocatori, se giochiamo in multiplayer) anziché di tre, come accadeva nel primo capitolo; la seconda è che potremo scegliere tra un ampio ventaglio di tratti -ovvero talenti per usare un vocabolario familiare agli amanti di D&D- ed equipaggiamenti.
Questi vari tipi di bonus saranno sbloccabili semplicemente giocando e andremo a sceglierli per ciascun personaggio prima di avviare ciascuna quest. Tra le classi iniziali non potevano mancare il classico fabbro o il cacciatore, così come pure lo studioso e l’erborista, ai quali si aggiungono new entries come ad esempio il pioniere o l’alchimista che sbloccheremo dopo un po’.
Ancora novità !
Un’altra aggiunta davvero degna di nota è la presenza di una griglia di combattimento due per quattro sulla quale i personaggi potranno spostarsi a seconda delle tattiche che decideremo di utilizzare: potremo infatti piazzare un difensore dotato di scudo su una casella frontale per proteggere le retrovie dagli attacchi in mischia, oppure posizionarci vicino ad altri alleati per venire coinvolti da abilità di buff o cure di gruppo, o ancora spostarci da una casella dotata di un effetto di stato alterato verso un’altra per non subirne i malus e così via. Inoltre, l’implementazione della suddetta griglia permette una maggiore varietà nell’efficacia dei vari armamenti e delle relative abilità , che potranno questa volta bersagliare specifici gruppi di caselle. E dal momento che anche i nostri avversari potranno fare altrettanto, va da sé che ci troveremo molto spesso dinanzi a situazioni interessanti e dotate di una maggiore profondità dal punto di vista strategico.
Altre nuove meccaniche.
Una nuova interessante meccanica è rappresentata dall’introduzione dei seguaci, ovvero dei companions che possiamo ottenere in modo casuale tramite alcuni eventi delle missioni, oppure assoldandoli presso le varie cittadelle sparse per la mappa di gioco. Questi ultimi, per quanto sicuramente utili, agiranno tuttavia per proprio conto durante le battaglie e non sempre in maniera intelligente, il che potrebbe rendere la loro presenza in campo addirittura frustrante in qualche occasione.
Se avete giocato al primo For the King ricorderete la meccanica delle pipe, ovvero degli oggetti nell’inventario che potenziavano le varie erbe utilizzabili. In questa nuova iterazione la loro meccanica è cambiata significativamente e non necessariamente in meglio, poiché sono state introdotte diverse varietà di queste ultime con effetti diversi e proprio per questo motivo non sempre interessanti.
Al contrario, la gestione del focus -ovvero l’utilizzo dei punti concentrazione che garantiscono una maggiore probabilità di successo alle nostre azioni- è rimasta pressoché invariata e a questo giro anche i nostri avversari avranno la possibilità di avvalersene.
Le altre aggiunte di questo secondo capitolo sono molteplici e per lo più ben riuscite, come l’introduzione del galeone di terra che permetterà all’intero party di spostarsi all’unisono sulla mappa di gioco anziché singolarmente; ma per tutto il resto, starà a voi scoprire altre chicche e farmi sapere magari cosa ne pensate qui sotto nei commenti.
Comparto tecnico.
Nel complesso, il lato tecnico del gioco non differisce troppo da quello del predecessore, e proprio come quest’ultimo, For the King 2 non punta a una grafica straordinaria. I nuovi modelli dei personaggi e del mondo di gioco hanno mantenuto la consueta semplicità che contraddistingue il titolo, arricchito anche stavolta da musiche piacevoli e rilassanti che rendono ogni nostra avventura davvero magica, specie se giocata con altri tre amici.
Sia chiaro, il gioco non è esente da diverse problematiche, bug ed eventuali rallentamenti. Anche nel multiplayer possono verificarsi diversi errori che potrebbero smorzare l’esperienza di gioco, ma c’è da dire che gli sviluppatori si sono dati da fare sin dal momento del lancio per ovviare ai vari problemi e continuano a rilasciare tutt’ora diverse patch per sistemare il tutto.
Conclusioni.
Nel suo complesso, For The King II riesce senza ombra di dubbio a intrattenere al pari del suo predecessore. Se siete amanti dei giochi da tavolo e delle meccaniche rpg a turni, non abbiate dubbi: il secondo capitolo di questa perla fantasy firmata IronOak Games merita sicuramente la vostra attenzione. La cura nella narrazione, seppur semplice, insieme alle innovazioni rispetto al capitolo precedente, rendono ogni partita un’esperienza nuova e imprevedibile.
Con il suo mix di umorismo, goliardia e con le sue meccaniche rinnovate, For the King 2 è pronto a regalarvi tante ore di sano divertimento durante il vostro girovagare nelle magiche terre di Fahrul.