Nel 1955 il governo cercò segretamente di escludere una certa zona della nostra penisola. Per 30 anni, i lavori per terminare l’unica autostrada d’accesso (la Salerno-Reggio Calabria) alla cosiddetta zona furono costantemente e volontariamente ritardati.
Ciò che mi accadde quella fatidica volta che imboccai quella strada non è mai stato reso noto. Allacciatevi le cinture e seguitemi nella mia avventura di GUIDA PACIFICA nelle desolate lande di… CATANZARO.
Pacific Drive, sviluppato da IronWood Studios e pubblicato da Kepler Interactive, è solo in apparenza in simulatore di guida, ma in realtà nasconde una struttura complessa e affascinante di esemplare originalità. Il giocatore è condotto in un avventuroso viaggio nel cuore delle misteriose foreste dello stato di Washington e non tarderà ad accorgersi del mood sci-fi e dell’anima simil-horror di cui il titolo è intriso.
La miscela unica di crafting, simulazione di guida e roguelike, in combinazione con una narrativa ed un’ambientazione stimolante e intrigante, rendono l’esperienza di gioco piacevole e fresca.
Protagonista indiscussa del titolo è l’auto, che sembra fuoriuscita direttamente da un film di Zemeckis: proprio quest’ultima sarà al centro delle nostre attenzioni ed in essa passeremo la grandissima parte del nostro tempo. Fulcro dell’esperienza sono inoltre le varie modifiche che potremo apportare al veicolo, indispensabili per farci strada in una “zona” (e qui il richiamo Bethesdiano è inevitabile) via via più ostile con le sue numerose anomalie pronte ad ostacolarci.
Pacific Drive è un titolo che si distingue, che propone qualcosa di diverso, stuzzicante, facendo del gameplay alternativo il suo cuore pulsante e invitando il giocatore a perdersi in una strana ed inquietante realtà pregna di elementi fantascientifici degni di nota. Uniche pecche la mancanza della localizzazione italiana ed un sistema di crafting e di gestione dell’inventario a volte macchinoso, soprattutto se si utilizza un controller.