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Gray Zone Warfare – Prime impressioni e video by Draven

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Grazie agli sviluppatori ho avuto modo di giocare (e continuerò) ad un titolo che attendevo da tempo, Gray Zone Warfare. A seguire le mie prime impressioni ed a fine articolo trovate i link ai video su twitch relativi alle streaming che ho effettuato.

Il genere extraction shooter è sempre stato visto in maniera molto particolare nel mondo del videogame.

Un genere che attira, ma lo si teme.
Un primo impatto convincente, ma una volta provato lo si abbandona.
Un grado di difficoltà che pare inesistente, ma una volta sul campo ci si rende conto dell’errore di valutazione.

Potremmo quasi dire “o lo ami o lo odio”, e forse è proprio per questo che qualsiasi nuovo progetto appartenente a questo genere di giochi tende a far parlare di sé. Non in tutti i casi, chiariamo. In quale caso si colloca, dunque, il nuovo gioco di Madfinger Games? Non c’è da sbagliare: proprio nel mezzo. Partiamo dalle basi…

Il genere extraction shooter ha una formula molto semplice: addentrati nella mappa di gioco, completa task/missioni assegnate dai personaggi di supporto, fai il pieno di loot in giro ed estrai tutto senza morire; ripeti questi passaggi risultando sempre più forte e preparato di prima, puntando all’end-game che non raggiungerai mai prima di aver studiato il gioco come le tue tasche.

Detta così sembra la cosa facile del mondo e allo stesso tempo la cosa più terrificante e paurosa, ma la verità è che bisogna sapersi approcciare ad un genere che offre tantissime ore di gioco.

Possiamo dire che Gray Zone Warfare punta ad una esperienza ancora più immersiva e coinvolgente per certi versi, mischiando dei tratti distintivi di più generi diversi.

Iniziamo nell’isola di Lamang, situata nel sud-est asiativo e open-world, quindi completamente espolorabile. Vestiremo i panni di un mercenario appartenente ad una delle tre Fazioni presenti nel gioco (sceglieremo noi di quale far parte) e sarà nostro compito portare a termine una serie di task che ci forniranno exp e gadget di supporto per avanzare nelle missioni successive.

Far parte di una Fazione piuttosto che di un’altra non porta vantaggi o svantaggi. Tuttavia, è bene tenere a mente due cose: inizieremo da un Campo Base dedicato, e quindi da un punto della mappa specifico, e ogni giocatore appartenente ad una Fazione diversa dalla nostra è potenzialmente un nostro nemico.

Attenzione però: non è presente alcun tutorial per imparare le basi del gioco. In quanto extraction shooter, tutto è nelle mani del giocatore, anche le basi da cui partire. Per quanto il menù di gioco sia gestito in maniera pulita ed efficiente, un neofita del genere avrà seri problemi a capire cosa fare e dove andare, con il rischio che abbandoni il gioco dopo pochissime ore. Armarsi di coraggio e di spirito combattivo sarà utile per poter apprezzare tutto ciò che GZW ha da offrire!

Il gioco offre due modalità di gioco differenti: PvE e PvPvE, entrambe con la possibilità di condividere i progressi di gioco legati al nostro PMC (il nostro giocatore/mercenario). La differenza sostanziale tra le due modalità è presto detta.

Il PvE ci consentirà di affrontare la nostra avventura tenendo conto soltanto degli NPC/bot come persone ostili, oltre ai giocatori reali appartenenti alla nostra stessa Fazione; avremo comunque modo di incrociare giocatori reali di altre Fazioni, ma non avremo la possibilità di arrecargli danno in caso di scontro a fuoco, e viceversa.

Il PvPvE, di tutta risposta, ci butterà nell’isola con tutti i pericoli del caso: dovremo tener conto degli NPC/bot e dei giocatori reali, sia della nostra stessa Fazione che delle altre disponibili. In questo caso sarà possibile eliminare qualsiasi giocatore, quindi con il rischio di fare fuoco amico sui membri della nostra Fazione e con l’opportunità di eliminare, se necessario, i membri di altre Fazioni.

Ogni sessione di gioco non ha un tempo limite, e questa è forse la caratteristica più intrigante di GZW. I server ospiteranno un totale di 50 giocatori reali, ognuno appartenente ad una delle tre Fazioni.

La cooperazione sarà di vitale importanza e ci permetterà di sopravvivere il più a lungo possibile. Per quanto possa sembrare assurdo, vi ritroverete a chiedere aiuto a giocatori reali della vostra stessa Fazione in alcune circostanze, o gli stessi giocatori incrociati per caso potrebbero chiedervi info utili sulle task o proporvi una mano di loro spontanea volontà.

Questa connessione che si crea in maniera naturale tra i vari giocatori è l’essenza stessa di Gray Zone Warfare, che mira ad offrire un mondo di gioco vivo e in continua espansione, senza mettere dei vincoli particolari a chi metterà piede sull’isola.

Spingersi così tanto in là è sempre una gran scommessa nel mondo videoludico, quindi sarà interessante tenere monitorato il titolo da qui in avanti. Perchè si, parliamo di un early access che è solo alle sue fasi iniziali!

Insomma, come possiamo definire Gray Zone Warfare a poche settimane dalla sua uscita in versione early access?

Il gioco è assolutamente accessibile ai neofiti del genere, con tutte le difficoltà del caso. Il sistema di gunfight è ciò che più si avvicina ai classici sparatutto moderni, mettendo a proprio agio anche i giocatori meno skillati. Di contro, non è il classico multiplayer dove “c’è che vince e c’è che perde”, va detto.

La chiave di lettura corretta per un gioco di questo tipo è la seguente: avete la possibilità di iniziare una nuova avventura, senza limitazioni e con il completo controllo su ogni vostra singola azione; esplorate, studiate, lootate e procedete verso un end-game tendente all’ignoto, perchè non ci sarà mai una vera fine.

Sotto l’aspetto tecnico sono evidenti diversi problemi, ma parliamo di un early access che già da ora offre un’esperienza di gioco invidiabile.

Io ho già scelto il mio approccio nell’isola di Lamang, questo è certo. Approccio tattico e meticoloso, volto ad una esperienza militare quanto più realistica possibile. Oh si, è proprio ciò che mi serviva!

a seguire i links ai VOD su Twitch. Buona visione 🙂

Draven
Draven
Just My World To Live

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