Ho avuto il piacere di poter giocare al Remake di Dead Space, iconico titolo horror del 2008 che su PlayStation 3, Xbox 360 e PC terrorizzò milioni di persone attraverso le sue tenebrose ambientazioni ed i terrificanti Necromorfi.
Premetto che ho giocato e “gustato a fondo” la versione originale del gioco e dunque vi racconto e descrivo la mia esperienza nel tanto atteso remake del titolo, partiamo!
Bentornati sulla USG Ishimura
Ci troviamo nel secolo XXVI, precisamente nel 2508, ed Isaac Clarke, ingegnere minerario e dipendente della C.E.C. viene inviato dall’azienda, assieme ad altri tecnici, sulla nave trivella USG Ishimura, che poco tempo prima aveva inviato all’azienda alcune chiamate di emergenza.
La situazione non è delle migliori e, dopo un atterraggio decisamente brusco, Isaac ed i suoi colleghi si ritrovano a combattere contro delle creature aliene terrificanti, i Necromorfi. L’unica soluzione dunque rimane quella di scappare dalla nave, ma non sarà semplice, infatti tutti i supporti vitali della Ishumura stanno pian piano cedendo e sarà nostro compito ripararli.
Come era previsto, il remake di Dead Space non ha in alcun modo alterato quella che è la storia principale che ha dato vita al famosissimo franchise, non discostandosi mai troppo dalla trama originale, andando anche a migliorare in alcuni aspetti con delle piccole e gradevoli variazioni, confezionando un viaggio “all’inferno” straordinariamente spaventoso, inquietante ma soprattutto appassionante.
Un titolo Graficamente Stupefacente ed Inquietante
Non è da me iniziare una recensione partendo dall’aspetto grafico ma, per questo titolo devo fare un’eccezione, proprio perché fin dai primi minuti di gioco mi sono trovato davanti ad un comparto grafico sublime, che, oltre alla trama è riuscito a farmi rimanere incollato allo schermo ad ammirarne i dettagli, i riflessi e le particolarità. Il lavoro che Motive ha eseguito utilizzando il motore grafico Frostbite è secondo il mio parere senza eguali ed omaggia in maniera eccellente l’originale Dead Space, regalandoci anche qua un’esperienza fedele alle fattezze originali ma completamente rivoluzionata sotto l’aspetto grafico.
Ogni elemento, seppur proveniente dal materiale originale è stato completamente migliorato sotto ogni aspetto. Non è raro infatti fermarsi spesso ad ammirare (anche con un Necromorfo che ti insegue) la qualità con la quale tutte le texture e modelli sono stati realizzati ed il modo in cui sono stati disposti.
Una delle cose che più mi ha impressionato è stata l’attenzione con la quale gli sviluppatori hanno ricreato tutti i corridoi e le stanze della nave, andando a perfezionare anche i più minimi dettagli, come ad esempio le tubature ed i cavi che scorrono sotto ai nostri piedi, oppure tutte le imperfezioni dei metalli utilizzati.
Stessa cosa accade con il RIG e l’armatura indossati da Isaac, anch’essi invariati dall’originale ma allo stesso tempo migliorati in tutti i loro aspetti, donandogli dei dettagli stupefacenti che, assieme ad i riflessi delle luci soffuse dei corridoi ed al colore oro dell’armatura riescono a mostrare giochi di luce, graffi e particolari all’apparenza invisibili.
Il tutto inoltre da il meglio di sé quando l’armatura di Isaac è sporca di sangue, che, a differenza del metallo oro della tuta riflette la luce in maniera totalmente diversa e quindi mostrando effetti di colore molto variegati fra di loro.
Oltre alla qualità grafica, Motive ha pensato anche a come poter ottimizzare il proprio titolo anche su Console, come molti dei titoli AAA pubblicati di recente su console Next-Gen anche il Remake di Dead Space da la possibilità ai giocatori di scegliere tra due modalità grafiche: la prima, dedicata alle performance permette di arrivare ad un frame rate stabile di 60fps, andando però a diminuire l’attenzione sui dettagli e sacrificando un po’ l’anti-aliasing, la seconda invece è dedicata alla qualità grafica, andando a diminuire il frame rate a 30fps e concentrandosi in maniera più decisa sui particolari e la qualità delle texture.
Entrambe le soluzioni sono in egual modo ottime e permettono di approcciarsi al titolo in due metodi differenti, godendosi anche se con alcuni sacrifici in entrambe le modalità un’esperienza soddisfacente sotto tutti i punti di vista grafici.
Ma quanto fanno Paura i Necromorfi?
Abbiamo parlato di Grafica e trama ma adesso è arrivato il momento di spendere due parole sulle creature protagoniste e nostri nemici principali a bordo della USG Ishimura, ovvero i tanto temuti e ripugnanti Necromorfi. Queste creature non sono altro che il risultato di un corpo ormai defunto che funge da ospite ad un’infezione atta a creare dei “mutanti” dotati di appositi arti in grado di poter uccidere nella maniera più rapida possibile.
Anche sui nemici Motive ha eseguito un lavoro sublime, sia nella realizzazione che nello sviluppo degli stessi. Esistono svariati tipi di Necromorfi ed in ognuno è possibile scorgere dettagli diversi, come la pelle ed i tessuti, ormai deformati ed in via di decomposizione che, specialmente in nemici più difficili da battere vengono rappresentata in maniera eccellente, mostrando anche un deterioramento progressivo a seconda dell’arma e del numero di colpi utilizzati.
Durante la mia avventura sulla nave spaziale ho potuto osservare e rimanere soprattutto affascinato da come il team abbia realizzato i modelli dei Necromorfi nella loro completa interezza. Lo spettacolo più atroce e cruento, anche se vissuto continuamente viene aumentato proprio da queste creature, per le quali, anche dopo averne affrontate mille la paura rimane sempre la stessa.
È ancor più sorprendente il modo in cui anche gli “smembramenti” eseguiti con le nostre armi lascino dietro a loro dettagli incredibili, se ci avviciniamo infatti al necromorfo che abbiamo da poco ucciso, noteremo i vari lembi di pelle, carne ed ossa che, con il colpo si sono strappati o lacerati.
I terrificanti Suoni della USG Ishimura
Che dire, questo remake di Dead Space sembra brillare in ogni sua parte, e lo fa anche nel comparto sonoro. Motive, anche sotto a questo importante aspetto ha lavorato molto, inizialmente rimasterizzando tutta la colonna sonora originale ma espandendosi poi sul sublime sound design, infatti, tutte le strutture e soprattutto l’intera nave scricchiolano, tintinnano e producono svariati ed inquietanti suoni che, con l’utilizzo delle cuffie rendono quasi “impossibile” giocare in maniera rilassata al titolo.
Può capitare infatti di sentire, oltre a tutti gli scricchiolii prodotti dalla Ishimura di sentire sopra di noi o in lontananza soffusi passi che riescono sempre a far scorrere un piccolo brivido lungo la schiena.
Le piccole aggiunte che Fanno la Differenza
In questo nuovo remake, oltre alle migliorie grafiche è possibile apprezzare alcune piccole aggiunte che rendono ancora più intrigante il gameplay, anche rispetto all’originale. Sono state infatti eseguite aggiunte che espandono quello che era già possibile fare in Dead Space classico, come il volo nelle zone a gravità 0, il cui numero è stato aumentato.
In queste zone, (i più veterani della serie ricorderanno), era possibile muoversi solamente in linea retta. Adesso, invece, è possibile muoversi liberamente all’interno della stanza o zona della navicella senza gravità, tramite i propulsori della tuta di Isaac.
Adesso inoltre il modo in cui i nemici vengono piazzati viene intelligentemente gestito in base allo stile di gioco del giocatore, oltre alla difficoltà scelta. Attraverso questo ogni run risulta differente dalle altre, e si incontrano Necromorfi sempre diversi a seconda dell’esperienza che abbiamo accumulato nelle partite precedenti. Interessante anche l’aggiunta di livelli di sicurezza che, per essere guadagnati richiedono il completamento di specifiche missioni. Una volta sbloccato il livello di sicurezza che ci serviva potremo aprire porte, armadietti e casse che richiedono quel determinato livello.
Tiriamo le somme sul Remake
Il remake di Dead Space si è mostrato in maniera ben superiore rispetto alle mie aspettative, Motive è veramente riuscita a regalarci un’esperienza horror ben confezionata, ricca di paura ed inquietudine che riesce a far rimanere il giocatore sempre con il “fiato sul collo“, anche grazie ad un sound design veramente eccellente ed una grafica spacca mascella in grado di restituire effetti di luce, riflessi e dettagli fuori dal comune.
Inoltre, le nuovissime aggiunte, come la possibilità di volare liberamente nelle zone a gravità zero (seppur entro alcuni limiti), vanno a migliorare e rendere ancor più ricco un gameplay già ormai studiato e collaudato nei precedenti tre titoli della serie.